Trotula de Ruggiero, conosciuta anche con il nome di Trottula, Trotta, Trocta o Troctula è stata una medichessa italiana che, intorno al 1100 d.C, operò nell’ambito della scuola medica salernitana, la prima e più importante Università italiana.
È la più nota tra le mulieres Salernitanae ovvero le appartenenti a quella cerchia di studiose che insegnavano o erano attive intorno alla Scuola medica di Salerno (le altre sono Rebecca Guarna, Abella Salernitana, Mercuriade, Costanza Calenda).
In un’epoca in cui le donne non potevano accedere agli studi (figuriamoci a Medicina) queste donne incredibili non solo sono diventate medichesse, sono diventate anche delle importanti pioniere della cultura medica. E non solo in campo ostetrico e ginecologico, come si potrebbe pensare, ma anche in chirurgia, cura delle febbri, delle ferite e…della salute del feto.
Trotula in particolare si specializzò nell’ambito della salute femminile: il suo trattato De passionibus mulierum ante in et post partum segna la nascita dell’ostetricia e della ginecologia come scienze mediche. Tra le importanti nozioni in esso contenute, vi è la necessità di suturare chirurgicamente le lesioni perineali.
Come ci è riuscita? Con un’enorme forza di volontà e grazie all’apertura mentale che caratterizzava la Scuola Medica Salernitana, che derivava dall’influenza longobarda, cultura in cui la donna condivideva con l’uomo le responsabilità politiche e religiose e spesso anche militari. Ciò permise a Trotula di diventare Magistra nella scuola.
Ecco i trattati che ci ha lasciato questa grande donna: De passionibus mulierum ante in et post partum (Sulle malattie delle donne prima e dopo il parto); De ornatu mulierum (Sui cosmetici delle donne) e Practica secundum Trotam (La pratica medica secondo Trotula)
